Brevi dal Grand Prix
“Aspettando il Giro” nel racconto di Remigio Di Benedetto
Noi Master l’aspettavamo proprio questa corsa, il “nostro” Giro di Castelbuono. Chi la conosce sa che è una corsa durissima, faticosissima, bellissima.
Siamo in un paese che sembra una “bomboniera”; Castelbuono ha tante “occasioni” turistiche, culturali e gastronomiche: il castello, i musei, la manna, i prodotti tipici e in particolare i dolci di un’azienda che ha fatto conoscere questo piccolo centro madonita in tutto il mondo e anche oltre. E sì, perché per chi non ne fosse a conoscenza, i prodotti della “famosa” azienda dolciaria di Castelbuono hanno anche volato nello spazio sullo Shuttle.
È con queste eccezionali premesse che in 400, volenterosissimi podisti, di buon mattino ci siamo arrampicati fin quassù; a dire il vero ci aspettavano qualche grado in meno di temperatura, ma si sa che questo fa parte del gioco e noi podisti siamo pronti a ogni evenienza climatica.
La parte più fresca della mattinata se la godono alcune decine di giovani atleti appartenenti alle categorie esordienti, ragazzi e cadetti, correndo su distanze variabili tra i 300 e i 1000 metri. Ma i 10 km sono tutti per noi master; sono suddivisi in 6 giri con una salita “incorporata” che chi l’ha già fatta la ricorda perfettamente e chi la affronta per la prima volta non la dimenticherà più.
Con qualche minuto di ritardo rispetto al programma inizia la “chiamata” per noi podisti. Sono le 10 e 30, il sole già alto picchia sulle nostre teste e tutti abbiamo un gran caldo. Ma i giudici con precisione millimetrica chiedono a tutti noi di arretrare e allinearsi all’altezza del civico n. 3 della via Sant’Anna. Con uno svogliato “passo del gambero” lentamente arretriamo; finalmente viene dato l’OK, ma solo dopo la velocissima benedizione di don Pasquale Castrilli dell’AthleticaVaticana, (ha caldo pure lui) scatta il via della gara.
Si parte in discesa, la strada non è molto larga, ma io sono nella parte più avanzata del gruppo e parto senza difficoltà. Attraversiamo la piazza Margherita, imbocchiamo la via Roma e subito la strada inizia lievemente a salire. Quando imbocchiamo la via Mario Levante la pendenza si inasprisce all’inverosimile, tutti rallentiamo, siamo ancora al primo chilometro ma qualcuno già va di passo.. Trovo subito l’occasionale compagnia di Liliana Canzonieri, la bella e brava atleta della Trinacria Palermo. Procediamo fianco a fianco sulla micidiale salita e poi nella gradevole e lunghissima discesa che ci riporta in piazza Margherita. Nel tracciato di gara non esistono tratti in piano e siamo nuovamente in salita quando raggiungiamo la via Sant’Anna che ci conduce nella piazza del Castello. Siamo di fronte allo splendido maniero del 14° secolo dei Ventimiglia, ma dei nobili non c’è traccia, sono forse momentaneamente assenti.. “Delusi” al giro di boa facciamo “marcia indietro” e in piazza Margherita sotto il gonfiabile completiamo il primo giro. Sono sempre in compagnia di Liliana: A noi si è unito Giulio Caniglia (ASD Atletica Sicilia) e tutti e tre imbocchiamo nuovamente “l’ipersalita”. Io mantengo un passo molto prudente ma Giulio lo è più di me e rimane al mio traino; siamo affiancati da Salvatore Cammarata dell’Atletica Sicilia che ha sempre voglia di scherzare (anche a 4’40” al km in piena salita) e ci sfotte un poco. Forse non ha capito che andiamo “pianino” perché la salita ce la ritroveremo di fronte altre quattro volte. Arriva la discesa e alla svolta tra le vie Cavour e Vittorio Emanuele, il pubblico (anziani al bar) segnala a tutti di “allargare” per la presenza di un pericoloso grande vaso di piante posto proprio sullo spigolo dell’incrocio, ben poco visibile. Giulio si lancia “a razzo” lungo la discesa, io cerco di stargli dietro. Perdiamo la compagnia “chiacchierona” di Salvatore e quella della bella Liliana. Siamo nel corso Umberto, al passaggio dalla celebre fontana dei “4 Cannola”, qualche podista preso dal caldo, “fa il pieno” col berretto per rinfrescarsi la testa. Io e Giulio invece non abbiamo problemi, completiamo il secondo giro e in via Roma troviamo, come nei precedenti passaggi, le nostre consorti fornite di bottiglie e bicchieri pronte a distribuire acqua a volontà. Il terzo passaggio dalla “salitazza” inizia a farsi pesante ma non perdiamo assolutamente il ritmo, come nei precedenti giri, io “tiro” in salita e Giulio lo fa nella discesa. Superato ancora una volta il Castello, nella successiva discesa della via Sant’Anna incrociamo Santa Saitta (ASD Monti Rossi Nicolosi), impegnata ancora in salita, che mi sembra in lieve difficoltà. Salvatore Torre, (ASD Monti Rossi Nicolosi) podista e marito di Santa, evidentemente l’ha “abbandonata” al suo destino e viaggia almeno 500m più avanti, insomma una coppia di “separati in corsa”.. Siamo al quarto giro, e alla svolta di Via Cavour vedo che il pericoloso vaso di piante che ostacolava la svolta, miracolosamente non c’è più, è stato rimosso, grazie ai volonterosi spettatori che lo hanno fatto! Completiamo con Giulio il quarto e poi il quinto giro sempre “abbeverati e innaffiati” dalle nostre rispettive dolci metà. Stiamo mantenendo perfettamente il ritmo della nostra gara, nella salita forse saliamo oltre i 5’ al chilometro ma nella discesa siamo a non più 4. Inizia la sesta e ultima tornata: decido di forzare il ritmo proprio nella famigerata via Mario Levante dove oramai molti podisti “doppiati e non”, vanno al passo. Mi lancio nella discesa, via Vittorio Emanuele una strada commerciale, corso Umberto I il cuore di Castelbuono, la piazza Margherita il suo centro, poi un ultimo passaggio da piazza Castello e finalmente la discesa finale che mi conduce al gonfiabile, è il mio giro più veloce della corsa, Giulio e al mio seguito qualche passo più indietro.
Sono state appese le graduatorie dei podisti già arrivati. Apprendo così che Lorenzo Abbate dell’Universitas Palermo e Tatiana Betta della Podistica Messina sono già al bar da una decina di minuti a consumare una “Testa di Turco”, il tipico dolce di Castelbuono, dopo essersi aggiudicati rispettivamente la gara al maschile e al femminile, complimenti a loro.
È il momento della distribuzione dei “pacchi gara”, ma la postazione che è stata organizzata è in una posizione poco felice perché ostruisce parzialmente il passaggio dei podisti che ancora debbono completare il percorso. L’ottimo “pacco gara” contiene tra l’altro un buono sconto del 20% (che forse non nota quasi nessuno) per pranzare in alcuni degli ottimi ristoranti di Castelbuono.
La premiazione è nella medesima postazione, ma oramai la gara è terminata e l’unico disagio è il sole a picco sulle nostre teste. Comunque ci consoliamo alla grande, perché i premi di categoria sembrano un cesto natalizio. Grazie davvero all’organizzazione e agli sponsor. Un applauso all’Universitas Palermo e alla Trinacria Palermo, società vincitrici dei titoli Regionali di corsa su strada maschile e femminile.
La bellissima giornata sportiva, che merita un dieci e lode, la concludiamo con la mia dolce metà in un ottimo ristorante del Corso Umberto, usufruendo del già nominato buono sconto, e dove consumiamo anche noi, come i vincitori assoluti, tra l’altro, la famosa “Testa di Turco”.
Non penso si potesse chiedere di più a questa magnifica manifestazione, grazie di cuore a tutti.
Il Grand Prix chiude per “ferie estive”, ci rivedremo il primo Settembre a Floridia (SR), buone vacanze.
Remigio Di Benedetto